Tra le cose da fare dopo l’università c’è sicuramente quella di trovare lavoro. Ma, oggi, in un mercato sempre più difficile è davvero difficile capire come muoversi. Ecco, però, qualche consiglio.
Il voto non è l’unica cosa che conta
Sì, è vero: il voto di laurea è importante, ma non è l’unica cosa che conta. Un errore che si commette molto spesso è quello di pensare, erroneamente, che a prescindere il voto più alto renda più appetibile il candidato di fronte alle aziende. In realtà non è così, anzi.
Il voto di laurea è solo uno degli aspetti che si valuta in sede di colloquio. Quindi, non scoraggiarti se hai completato gli studi con un voto basso.
No allo sfruttamento ma devi pur fare esperienza
Essere sfruttati da un datore di lavoro senza scrupoli è sgradevole, si sa. Ma, che piaccia o no, è un percorso che è stato fatto un po’ da tutti. Oggi le cose sono un po’ cambiate e le persone tendono a denunciare queste situazioni.
Se da un lato, giustamente, non si vuole lavorare in condizioni di sfruttamento, dall’altro lato non si può certamente pretendere che si abbia, fin dall’inizio, tutti i diritti come se si fosse un lavoratore con dieci anni di esperienza alle spalle.
Si vuole fare carriera? L’unica soluzione è fare la gavetta. Non c’è un’altra strada.
Comincia a fare le cose che ti piacciono
Non ‘deviare’ il tuo percorso di studio o di lavoro solo perché, almeno all’inizio, puoi vedere qualche soldo in più. Eh sì, perché tanti neo-laureati, scoraggiati dal fatto che all’inizio lo stipendio non è degno di un laureato, cambiano subito strada alla ricerca di un mestiere che possa garantire, solo nell’immediato, qualche euro in più a fine.
Quando si esce dall’università, bisogna ragionare a lunga distanza. Uno stage non pagato adesso potrebbe valere oro tra qualche anno, nel momento in cui ci si candida per una posizione più importante. Perché, oggi, le aziende cercano cercando soprattutto chi si sia sporcato le mani.
Attenzione alle soft skill
Un candidato viene scelto anche per le soft skill, non soltanto per ciò che sa. Le soft skill sono un qualcosa di molto sottovalutato ma, quando il selezionatore percepisce che il laureato riesce a risolvere i problemi, ha una mentalità proattiva, sceglie esattamente quella persona. E non chi, magari, sa tutto sull’argomento in maniera schematica. Senza, però, aggiungere nulla di suo.
È necessario, quindi, far prevalere anche i propri hobby e le proprie passioni, proprio per far capire che c’è altro oltre a un semplice titolo di studio.
Tanta pazienza
Dopo aver festeggiato la laurea, c’è il ‘momento depressione’: quello cioè in cui si mandano i curriculum vitae ma non si ottiene una risposta. Ebbene, proprio in questi casi bisogna avere pazienza e non farsi prendere la mano.
Perché poi si rischia di prendere decisioni sbagliate e, magari, di mollare il proprio sogno troppo presto. E, nel caso, sarebbe davvero un peccato.